Venerdì 28 avrà luogo l’ultima cerimonia per l’esposizione dei Misteri della Passione di Nostro Signore, in cui saranno esporti il 4° Mistero, la Croce con i simboli della Passione, il Cristo Morto e le Tre Marie. Alle ore 18:00 sarà celebrata la Santa Messa da Don Luigi Gennaro De Rosa, Vicario Generale delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca. Seguirà la Benedizione Eucaristica con il canto del Miserere.

Quarto Mistero doloroso: il cammino di Gesù verso il Calvario
Gesù, sfinito dalle torture, porta la croce lungo le strade di Gerusalemme fino al Golgota. Cade più volte sotto il peso del legno, ma si rialza sempre. Ogni passo è un atto d’amore, un’offerta silenziosa per la redenzione del mondo.
Dante Alighieri, nella Divina Commedia, descrive così il Cristo sofferente:
“Ecco l’uom! E la croce fu il suo letto”
(Purgatorio, XX, 87).
In questa scena, l’Uomo-Dio si mostra nella sua fragilità estrema, un re senza eserciti, che regna solo attraverso il sacrificio.
Simone di Cirene viene costretto a portare la croce con Lui. Dietrich Bonhoeffer riflette su questo gesto:
“Essere cristiani non significa essere religiosi, ma essere uomini per gli altri, come Cristo”.
Il Cireneo rappresenta ogni uomo chiamato a condividere il peso della sofferenza altrui.
Anche san Giovanni Paolo II, nella sua Via Crucis, scrive:
“Ogni caduta di Cristo è un invito a rialzarci, ogni suo passo è un richiamo a seguirlo”.
Quante volte anche noi cadiamo sotto il peso delle prove? Abbiamo il coraggio di rialzarci e continuare il cammino?

Quinto Mistero doloroso: la Crocifissione e morte di Gesù
Sul Golgota, il Figlio di Dio viene inchiodato alla croce. L’agonia è lunga e straziante. Eppure, in quel dolore supremo, Gesù non odia, ma perdona:
“Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”
(Lc 23,34).
Fëdor Dostoevskij, ne L’idiota, scrive:
“Cristo è l’ideale di bellezza e amore. Egli ha donato tutto e ha perdonato tutto”.
La croce è il luogo della massima sofferenza, ma anche della massima misericordia.
Victor Hugo, nei Miserabili, riflette sul senso del sacrificio:
“L’amore è la suprema redenzione”.
Gesù muore per amore, trasforma la croce in sorgente di salvezza.
San Francesco d’Assisi, contemplando il Crocifisso, esclama:
“L’amore non è amato”.
La croce ci interpella: sappiamo riconoscere l’amore di Cristo e rispondergli?
Nel momento della morte, Gesù affida la Madre al discepolo Giovanni:
“Ecco tua madre”
(Gv 19,27).
In quell’istante, Maria diventa madre di tutti noi.
